Belonging in Anghiari – Tomiwa Adey

While in Anghiari this year, I conducted interviews with some of my neighbours in the medieval town. These interviews will be published in both languages. The English version of the interview follows the Italian.

Appartenenza ad Anghiari – Tomiwa Adey

Quest’anno, mentre ero ad Anghiari, ho intervistato alcuni dei miei vicini nel centro storico medievale.

Questa è l’intervista a Tomiwa Adey, che è nato in Nigeria, ma è andato a vivere in Inghilterra quando aveva solo quattordici anni. Tomi e la moglie Alessia sono vissuti saltuariamente ad Anghiari dal 2018. Hanno una bambina di tre anni, Ruby. Stanno terminando la ristrutturazione di una casa proprio dietro a quella dove abitavo io e stanno iniziando i lavori in quello che diventerà un giardino insolitamente molto ampio fra le viuzze del borgo medievale. Dalla terrazza all’ultimo piano si gode una vista spettacolare sulla Val Tiberina. (L’intervista con Alessia è già stata postata.)

L’intervista si è svolta in inglese, Mirella Alessio ha poi trascritto e tradotto questa versione editata in italiano.

Sono nato a Lagos, in Nigeria, nel 1992. Quando avevo quattordici anni sono andato a vivere in Inghilterra… per le opportunità. Non era raro in Nigeria essere indipendente fin da molto giovani, o almeno allora era così. Sono partito da solo, mio fratello e le mie sorelle mi hanno raggiunto dopo. Mia mamma faceva la sarta e mio papà era un elettricista, loro non si sono trasferiti, ma sono venuti a trovarmi e ancora oggi abitano in Nigeria.

Sono vissuto a Cambridge in una famiglia che mi ha ospitato per circa due anni, lui nigeriano, lei giamaicana, belle persone. Per guadagnare qualche soldo raccoglievo cose vecchie, le riparavo e le vendevo online. In quel periodo ho incontrato il rettore di un college che mi ha incoraggiato a presentare una domanda per una borsa di studio universitaria per soddisfare la mia passione: gli aeroplani. Grazie al finanziamento ho potuto laurearmi in ingegneria aeronautica. Avevo già imparato a volare, a quindici anni… sono diventato un pilota prima di prendere la patente per l’auto. Ho sempre avuto questa passione, anche in Nigeria sapevo i nomi degli aerei, i marchi dei motori, li riconoscevo dalle forme anche se non ci ero mai salito sopra… anche adesso piloto i monomotori come i Cessna.

Dopo la laurea mi sono reso conto che la carriera da ingegnere aeronautico era piuttosto ristretta (non sarei diventato l’amministratore delegato di una compagnia aerospaziale) e quello che mi interessava veramente era la programmazione del software. Così sono passato a ingegneria del software, poi all’IA che è il settore in cui lavoro ora. È stato un passaggio semplice, si tratta sempre di matematica, con una buona base puoi…

Ho incontrato Alessia quando abitavo a Londra. Affittavo la stanza degli ospiti con Airbnb, in quel periodo era un modo per incontrare gente nuova e a Londra non avevo tempo dopo il lavoro… mi sentivo un po’ solo quando tornavo a casa tardi. Era un appartamento carino in una bella zona, i Docklands. Alessia era venuta a Londra per una conferenza e un’amica le aveva prenotato da me perché era vicino al centro congressi.

Quando ci siamo conosciuti Alessia viveva a Pieve e io andavo a trovarla là. Abbiamo visitato Anghiari, un paese bellissimo che Alessia amava, ma in quel momento non ne abbiamo parlato molto, non vivevamo ancora insieme. Poi lei si è trasferita a Londra, siamo rimasti lì per un po’, poi siamo diventati dei nomadi digitali. Siamo vissuti in tanti posti, in America del nord, in America centrale. Poi siamo tornati in Italia e invece di andare a Pieve siamo venuti ad Anghiari. Era il 2018. Alessia ha affittato un posto nella strada che va verso la chiesa della Propositura. A quel punto ci eravamo messi insieme.

Per un po’ siamo ritornati a Londra. Ruby è nata nel pieno dell’epidemia da Covid e così abbiamo pensato che forse sarebbe stato meglio tornare ad Anghiari, a Londra con il lockdown non avevamo molto spazio e volevamo stare all’aperto. Quando siamo arrivati qui è stata una ventata d’aria fresca, i genitori di Alessia abitano qui vicino. Ogni mattina c’era il rituale di fare una passeggiata lungo la stessa strada, immersi nella natura. È stata veramente un’ottima cosa ritornare qua.

Poi abbiamo pensato che rimanendoci per un paio di mesi all’anno sarebbe stata una buona idea avere un posto nostro. Così abbiamo cominciato a cercare una casa da comprare. È stato il giardino a farci innamorare di questo posto, il suo potenziale. Siamo stati fortunati perché durante il Covid non c’erano molte persone che compravano. E il venditore voleva che la sua proprietà andasse alle persone giuste, soldi a parte, ha visto una famiglia giovane, Ruby. È molto attaccato a questo posto e viene spesso a trovarci… abita appena fuori Anghiari.

Ora che i lavori di ristrutturazione sono quasi finiti devo tornare a lavorare dall’ufficio a Londra, sono stati molto pazienti! Londra mi manca. Pensiamo di dividerci fra i due posti.

Fin dall’inizio ho avuto la sensazione che Anghiari fosse un posto aperto. Qui posso incontrare persone diverse da tutto il mondo, questo mi piace. Nella la mia limitata esperienza in molti altri paesini in Italia la gente ha una mentalità un po’ più chiusa, mentre qui ci sono persone che arrivano da tanti posti diversi ed è molto accogliente. Per qualche motivo Anghiari attira i turisti ‘giusti’… anche la gente di qui lo dice. Non è il tipo di turismo che si trova a Cortona o a San Gimignano, è un turismo slow, lento.

C’è qualcosa di speciale nella semplicità del paese, è intatto. Le tradizioni si sono preservate, la gente non si è fatta sedurre dai soldi, sono semplici. E molto educati. Le porte sono aperte, ti invitano per un caffè. È gente fantastica. È bello da vedere. Qui intorno le persone sono molto amichevoli, è una bellissima comunità. I figli di Meoni mi aiutano quando mi vedono con dei pacchi, Anna mi sta insegnando giardinaggio. Qui la gente fa di tutto per aiutarti. A Londra quando ti offrono aiuto, non lo pensano davvero, qui fanno sul serio.

Ho cominciato a studiare italiano quando ho incontrato Alessia. Me la cavo e sono molto migliorato ultimamente, è il periodo più lungo che ho passato in Italia, da settembre a luglio. Con Ruby Alessia parla italiano e io inglese. Funziona bene.

L’appartenenza per me è un concetto complesso. Sono attaccato a Londra, Cambridge, ma ho un profondo legame con Lagos, Nigeria. Quando si emigra si vuole fare tutto il possibile per far parte della nuova comunità, ma poi si arriva a un punto in cui ci si rende conto che non potrai mai essere quella persona. Lo si accetta e si ritorna alle proprie radici per ritrovare quel senso di appartenenza. Almeno io posso dire che le mie radici sono in Nigeria mentre per altri è veramente dura, per alcuni dei miei amici neri nati in Inghilterra è molto più difficile, e finiscono per essere consumati dal razzismo. Io pur non essendone immune cerco di non focalizzarmi solo su questo perché ostacolerebbe quello che sto cercando di perseguire dalla vita.

Prima del Covid andavo in Nigeria ogni anno, poi non ci sono più ritornato perché, durante l’epidemia, mia mamma è venuta a stare da noi per quattro-cinque mesi. Non vedo l’ora di ritornarci presto. Mia sorella si è stabilita là, ma mio fratello lavora e vive a Londra.

Riflettendoci meglio penso che il mio senso di appartenenza sia profondamente legato a Ruby. Sui nostri passaporti lei è di qua, di Anghiari. Ed è qui, in questo paesino che sono felici mia figlia e Alessia, la mia famiglia.

Ann e Mirella

Belonging in Anghiari – Tomiwa Adey

Here is an interview with Tomiwa Adey, who was born in Nigeria and moved to England when he was 14. Tomi and his wife, Alessia, have been living on and off in Anghiari since 2018. They have a 3 year old daughter, Ruby. When I was there, they were just completing the restoration of a house right behind the house in which I was staying and were beginning work on what will be quite a substantial garden for that part of town. From the terrace on the top floor of their house, there is a spectacular view over the Tiber valley. (An interview with Alessia has already been posted.)

This interview was conducted in English, and Mirella Alessio transcribed it and translated this edited version into Italian.

I was born in Lagos, Nigeria in 1992. When I was 14, I moved to England … for opportunities. It wasn’t uncommon in Nigeria to be independent when you were very young, at least when I was growing up. I travelled to England by myself, and my brother and sisters followed me later. At that time, my mum was a seamstress, my dad was an electrician. They didn’t come to England, but they have visited me there. They still live in Nigeria.

I lived with a host family in Cambridge for around 2 years. He was Nigerian, and she was Jamaican – they were lovely people. To make some money, I would find old stuff, repair it and sell it online. While I was doing this, I met the principal of a college, who, along with my host family, encouraged me to apply for a college scholarship to pursue my passion – planes. With the scholarship, I did aeronautic engineering. I had already learnt to fly, at the age of 15 … I was a pilot before I could drive a car. I had always had a passion for planes, even in Nigeria I knew names of aircraft, I could spot a plane without ever having been in one, I knew the engines’ names, different types of aircraft from their shapes …. I still fly, single engines like Cessnas.

After I got my degree, I found that career progression in aeronautic engineering was somewhat limited (I wasn’t going to be the CEO of a rocket company), and that what I was really interested in was software programming. So, I transitioned to software engineering, then to AI, which is what I work in now. It was a smooth transition, it’s all maths – with a good foundation in maths, you can …

I met Alessia while I was living in London. I had put my spare room on Airbnb – back then it was about meeting people, and in London there was no time apart from work … it gets a bit lonely when you come home late. It was a nice apartment in a good area, the Docklands. Alessia was coming to London for a conference, and a friend booked her into my place as it was close to the conference centre.

When we met, Alessia was living in Pieve and I visited her there. We visited Anghiari, a beautiful town that Alessia loved, but, at that point, we didn’t talk much about it – we weren’t living together. Then, she moved to London, we were there for a while, then we went digital nomading. We lived in various places, in America, central America. Then we came back to Italy and, instead of going to Pieve, we came to Anghiari. That was 2018. Alessia rented a place in the street that runs up to [the church] Propositura. We were together at that point.

We went back to London for a while. We had Ruby during the peak of Covid and thought that maybe it would be worthwhile going back to Anghiari – in London, with Covid lockdown, you didn’t have much space for yourself and you wanted to be outdoors. When we came here, it was a breath of fresh air, and Alessia’s parents live close by. Every morning we had a ritual of walking down the same road, close to nature. It was a very good thing to come back here.

We thought we would stay here for a couple of months every year and it would be good to have a place of our own. So, we started looking for a house to buy. It was the outdoor space of this place that made us fall in love with it. It had so much potential. We were lucky because, during Covid, there were fewer people bidding for houses. And, the seller wanted the house to go to the right people – beyond the money, he saw a young family, he saw Ruby. He is very attached to the place and comes every so often to visit us … he lives just outside Anghiari.

Now that the renovations are almost complete, I have to get back to the office, in London – they have been very patient! I do miss London. We plan to divide our time between here and there.

Almost straight away, I had the sense of Anghiari as an open place. I like it that you meet different people from all over the world here. It is a small town and, from my limited perspective, most other small towns in Italy feel a bit more close-minded, whereas this town has so many international people and is very welcoming. For some reason, Anghiari attracts ‘nice’ tourists… the locals say that too. It is not the sort of tourism you get in Cortona or San Gimignano – it is slow tourism.

There is something special about the simplicity of the town, it is untouched. Traditions have been maintained, the people are not seduced by money, they are down to earth. And they are polite. Doors are open – they invite you in for coffee. They are fantastic people. It is beautiful to see. Around here the people are very friendly, it’s a lovely community. Meoni’s kids help me when they see me carrying things; Anna is teaching me about gardening. People here are always going out of their way to help. In London, when they offer to help, they don’t mean it; here, they are serious.

I started learning Italian when I met Alessia. I try to get by in it and it’s improved a lot during this stay, the longest time I’ve spent in Italy, from September to July. Alessia speaks with Ruby in Italian, and I speak with her in English. This is working well.

Belonging is complex for me. I feel attached to London, Cambridge, but I have a deep attachment to Lagos, Nigeria. When you emigrate, you want to do as much as possible to be part of that community and then it gets to the point in which you realize you can’t ever be that person. You accept that and you go back to your roots to find that sense of belonging. While I, at least, can say these are my roots back in Nigeria, there are other people that have it really tough – some of my black friends who were born in England find it much harder, and they can become consumed by racism. I’m not immune to it, but I try not to focus on it as that would get in the way of what I’m trying to pursue in life.

Before Covid, I went back to Nigeria every year. I haven’t been back since because, during Covid, my mum was living with us for 4, 5 months. I’m looking forward to getting back there soon. My sister has gone back to live there, but my brother is working and living in London.

On reflection, I think my strongest sense of belonging is attached to Ruby. On our passports, she is from here, Anghiari. And, it is here, in this little town, that my daughter and Alessia, my family, are happy.

Ann and Mirella

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