Belonging in Anghiari: Milva Marzi

In 2017 I began conducting interviews with people who live in Anghiari. Some were conducted in Italian, some in English, and they were all published in both languages on this blog. While in Anghiari in spring this year, I continued this project. These interviews are also being published in both languages.

Appartenenza ad Anghiari: Milva Marzi

Milva gestisce con la figlia e uno dei figli “Il Pizzicagnolo” dove si possono comprare ottimi prodotti locali, formaggi, prosciutto e vini. Il negozio si trova nel cuore di Anghiari, proprio al confine tra la città medievale e quella rinascimentale. Sullo scaffale dietro la cassa c’è la foto di matrimonio dell’altro figlio che al momento vive in Nuova Zelanda. Ho intervistato Milva e il figlio Lorenzo nella cantina adiacente al negozio, erano le cinque e, siccome avevano appena riaperto per il pomeriggio, c’era parecchio via vai. Le interviste si sono svolte in italiano e poi sono state trascritte e tradotte in inglese da Mirella Alessio. Questa è la versione editata dell’intervista a Milva.20180327_024410_resized

Io sono nata in un piccolo paesino, una frazioncina di Anghiari che si chiama Motina, che è qui a tre chilometri di distanza. Fino a diciotto anni sono rimasta lì con i mei genitori, fino a che non ho conosciuto mio marito, avevo quattordici anni, siamo stati fidanzati otto anni, dopo di che mi sono sposata nel 1984 e sono venuta ad abitare qui ad Anghiari.

Ho il cuore in questo paese… mi piace il rapporto che ho con gli anghiaresi, siamo tutti una famiglia… Siamo tutti amici, abbiamo sempre il sorriso delle labbra, quando ci incontriamo, ci salutiamo, ci conosciamo tutti, è bello, un sorriso sincero. Questo è molto positivo. E poi sapere che chi incontri lo conosci, ti dà sicurezza, ti puoi fidare, che è una cosa bella.

L’incontro classico con gli amici di Anghiari: ci salutiamo, “Oh ciao, andiamo al bar”, si prende il caffè, si parla del più e del meno, ci si racconta delle cose positive e negative, sempre nei limiti di quello che possiamo dire, passiamo un’oretta insieme e questo è molto bello. L’incontro non capita tutti i giorni, può capitare una volta al mese, perché andiamo sempre di fretta, troppo di fretta. Qui nel negozio proprio mordi e fuggi, un saluto e poi… . Invece quando siamo fuori con un po’ più di libertà, possiamo dedicare qualche minuto, mezz’ora, un’oretta, agli amici, parlare, prendere un caffè insieme, un tavolino al bar, è molto bello questo.

A chi dare più fiducia richiede tempo, con la conoscenza, ma nel nostro paesino qui ci conosciamo da anni e quindi… . Non è che tutti siamo simpatici a tutti o viceversa, però c’è questo rapporto pulito, limpido, questo rapporto di rispetto reciproco, di volerci aiutare anche, se possiamo farci un favore, volentieri. Infatti quando viene qualcuno da noi, qualche turista, ci fa sempre i complimenti perché siamo solari, siamo sorridenti …

Fare un sorriso a chi si saluta è tipico nostro. Ce lo dicono tutti, chi arriva, che trovano questo grande calore, accoglienza. Per questo che tornano tanti turisti, tutti gli anni, per l’accoglienza che trovano. E anche perché gli piace il paesino che è bellino…

Il turismo è una cosa molto positiva qui, perché altrimenti Anghiari senza turismo morirebbe. Noi viviamo mesi invernali, io parlo anche come attività commerciale, noi viviamo i mesi invernali con poco incasso, perché gli abitanti, sui seimila, adesso sono anche un po’ scesi, siamo pochi e quindi d’inverno senza turismo è una cosa molto morta, molto triste. Non si vivrebbe, ha capito? Si vive di turismo. Inizia a marzo, in primavera, a marzo, si protrae fino a tutto settembre.

Come attività commerciali noi ci impegniamo a creare un qualche cosa che attiri il turismo, delle feste, delle fiere, dei mercatini… D’inverno facciamo piccole cose, che ne so, a Natale facciamo il vin brûlé, cuociamo le castagne, però è tutto per noi abitanti. Invece d’estate organizziamo tante più cose, la musica, i mercatini, facciamo la festa dei fiori, ci sono tante, tante cose, c’è il palio della Battaglia di Anghiari, in giugno, e poi la fiera dell’antiquariato che viene ora di aprile, e poi ci sono i 100 gusti in novembre, via via c’è sempre qualcosa di bellino, porta tanta gente. Vengono un po’ dappertutto, anche dall’Italia, perché Anghiari, come saprete, è stato classificato uno dei borghi più belli d’Italia, quindi ora se ne parla…

Abbiamo questo negozio da sette anni, ad aprile sono sette anni. Mio marito lavora in banca, da tanti anni, a Monterchi. Questa è la mia attività con i miei figli. Io ho lavorato vent’anni in un tomaificio, dopo ha fallito, ha chiuso, quindi ci hanno mandati via. Io avevo sempre avuto nel mio cuore l’amore per una attività, perché mi piace stare a contatto con la gente, dialogare… abbiamo trovato questo negozio che lo davano via.

Prima all’inizio io, sola, perché Lorenzo andava a scuola. Poi finita la scuola, è venuto anche lui, poi due eravamo pochi, perché il lavoro aumentava. Allora la mia figliola, Monica, le abbiamo proposto di licenziarsi dal suo lavoro, venire qui. Come sapete, prendere un operaio extra è una spesa, lavorando in famiglia possiamo dire: questo mese prendiamo 500, ce li dividiamo in tre, quest’altro duemila e ne prendiamo un po’ più.  Lavoriamo insieme e aspettiamo. Sì, qualche piccolo battibecchino, sì, però niente di eccezionale, penso sia normale essendo insieme tutto il giorno, tutte queste ore. Se c’è qualcosa da dire, ci chiariamo e tutto lì, finito.

Monica è sposata, abita sempre ad Anghiari, qui vicinissimo. Lorenzo invece abita con me, a San Lorenzo, è una frazioncina di Anghiari, saranno due chilometri e mezzo. Per quanto non lo so, perché è fidanzato, quindi, prima o poi, deciderà di andarsi a fare una vita anche lui, giustamente.

L’altro figlio, Roberto, è andato in Australia nel 2012, è stato un anno. Lui è andato lì perché ha sempre avuto desiderio di vedere il mondo. Non è che è andato perché non aveva lavoro, perché il lavoro ce l’aveva, aveva un lavoro fisso, a tempo indeterminato. Lavorava qui vicino a pochi chilometri, una fabbrica, la Sensus, fanno i colori (per capelli). Lui sa le lingue, quindi l’avevano messo a spedire i pacchi all’estero.  Però lui aveva questo desiderio di girare il mondo, di vedere tutto, dal museo all’archeologia, tutto e quindi la prima tappa l’ha fatta in Australia.

Prima di partire, lui già aveva il lavoro, a Perth, poi Albany. Lavorava negli ostelli, nelle fattorie e poi nella foresta, si spostava per vedere vari posti, si è trovato molto bene, è stato pagato bene. È tornato dopo un anno e poi è ritornato in Australia, dopo un anno perché lui dice: “Io lì ho lasciato il cuore.”  Qui ha il cuore per noi famiglia, lì ha il cuore per la terra, per le persone, che lui ha raccontato a noi che siete persone molto sincere, sorridenti, tutti amici…lui si è trovato molto, molto bene lì.

Poi dopo ha conosciuto la sua ragazza, una tailandese, io ero più contenta perché sapevo che aveva questa compagnia, non era più solo… Adesso sono in Nuova Zelanda è proprio agli estremi. Mi sento… da una parte sono contenta perché so che è la sua felicità, da una parte mi manca. Però lo vedo sempre, con il cellulare adesso….Tutti i giorni, ci messaggiamo, ci mandiamo le foto, ci mandiamo le notizie del più e del meno… . Lui lo sa: “Io non verrò a trovarti, mi dispiace, ma io non potrò venire a trovarti perché io non ci vado nell’aereo, attacchi di panico”. Lui e sua moglie sono stati insieme qui in Italia, sui tre mesi. Quando sono ripartiti, sono stati un po’ in Tailandia, poi sono stati in Australia, e dall’Australia in Nuova Zelanda, dove pensano di fermarsi per un anno. Poi torneranno, almeno a trovarci, non lo so!

C’è qualcosa che vi potrei aggiungere sul senso che abbiamo qui di famiglia, di comunità. Ad Anghiari abbiamo formato una Caritas, per persone che hanno bisogno. Significa che ci sono quattro-cinque volontari che si prendono cura di procurare cibo, abbigliamento e qualche volta pagano anche le bollette a queste persone che non riescono ad arrivare a fine mese. È la chiesa che predispone di questo ambiente e anche i preti stessi per fare questo centro di accoglienza, per dare aiuti umanitari alle persone bisognose, più che altro per chi ha difficoltà a mangiare. Italiani e non italiani, tutti, non c’è razzismo, no. È un posto aperto a tutti, c’è tanti immigrati qui.

Sì, sì, c’è molta religione qui ad Anghiari… La chiesa è sempre piena la domenica, molti bambini portano in chiesa, li abituano fin da piccoli. Questo contribuisce a creare, a mantenere la famiglia unita. A Natale, Pasqua usa fare il pranzo, tutte le generazioni, tutti insieme. C’è chi magari ha i parenti a Roma, vanno a Roma oppure da Roma vengono qui, sono questi momenti proprio per ritrovarsi insieme le generazioni.

 

 Belonging in Anghiari: Milva Marzi

With her daughter and one of her sons, Milva runs Il Pizzicagnolo (the grocer’s), which sells delicious local products – cheeses, prosciutto and wines. It is located in the heart of Anghiari, on the boundary between the mediaeval and renaissance parts of town. On a shelf behind the counter, there is a wedding photo of her other son, who is currently living in New Zealand. I interviewed Milva and her son, Lorenzo, in the cantina, adjacent to the main shop. It was around 5 in the afternoon, and, having just opened for the evening, they were rather busy. The interviews were conducted in Italian, and kindly transcribed and translated into English by Mirella Alessio. This is an edited version of the interview with Milva.

 I was born in 1962, in Motina, a small village, a hamlet really, 3 km from Anghiari, and I lived there with my parents until I was 18. I met my husband when I was 14 and we were engaged for 8 year. After we married, in 1984, I came to live here, in Anghiari.

I have my heart in this town … I like the relationship I have with the anghiaresi – we are all family… We are all friends, we always have a smile on our faces when we meet, and we greet each other; we know each other, it is lovely – a sincere smile. This is very positive – it gives you confidence, you can trust the people you meet, which is a beautiful thing.

A typical encounter with friends in Anghiari would go like this: we greet each other, ‘Oh, ciao, let’s go to the bar’, we have a coffee, we chat about this and that, we tell each other about the positive and negative things, always within the limits of what we can say; we spend about an hour together and this is really nice. It doesn’t happen every day, it might happen once a month, because we are always in too much of a hurry. Here, in the shop, there is just time for a quick greeting and then… . Instead, when we are out, there is a bit more freedom and we can dedicate more time to our friends – half an hour, an hour, to talk, to have a coffee together, sitting down at a table in a bar, and this is lovely (bello).

Trust takes time to develop, but in our little town we have known each other for years and so … it comes with familiarity. Obviously we can’t be liked by everybody or vice versa, but there is this honest, straightforward relationship between people here, a relationship of mutual respect. And also a desire to help – if we can do each other a favour, we do so very happily. In fact, when people come into our shop, tourists often, they compliment us because we are radiant, we smile…

Greeting those you meet with a smile is typical in Anghiari. And visitors tell us that they find a welcome, a warmth here. That is why so many come back, every year – they come back because they find this warmth. Also, of course, because they like the town, which is pretty …

Tourism is a very positive thing here, because, without it, Anghiari would die. We live through the winter months, I’m talking about our business, we live during the winter months with little takings, because there are now less than 6000 residents, not very many of us, and in winter, without tourists, it is dead … very sad. We wouldn’t be able to live, you understand? We live off tourism. It starts in March, in spring, and lasts till the end of September.

As commercial activities, we are committed to creating things that attract tourists – festivals, fairs, markets… . In winter, we do small things, what can I say, at Christmas we do mulled wine, we roast chestnuts, but everything is for those of us who live here. In summer, on the other hand, we organize more things – music, markets, the flower festival, there are many, many things, there is the Palio of the battle of Anghiari in June, and then the antiques fair in April, and then the 100 flavours in November… there is always something nice, bringing in lots of people. People come from everywhere, and also from Italy, because Anghiari, as you know, has been classified one of the most beautiful towns in Italy. So, people have started to talk about it….

We’ve had this shop for 7 years now, in April it will be 7 years. My husband works in Monterchi, in a bank where he has been working for many years. This business is mine with the children. I worked for 20 years in a shoe factory; then it went broke and closed down, so they sacked us. I always had in my heart a love for a business, because I like to be with people, to talk… and we found this shop, they were giving it away.

At the beginning I worked alone, because Lorenzo was still in school. Then, when he finished school, he came to work here, but two wasn’t enough because the work increased. So, we suggested to our daughter, Monica, that she resign from her job to come here. As you know, employing another person is expensive, but working as a family we can say: this month we take 500, and the 3 of us will share it, another month, 2 thousand, and we can take a bit more. We work together and we wait. Yes, there is some squabbling, but nothing special – I think it is normal being together all day, all these hours. If there is something, we clarify it and that’s it, finished.

Monica is married, and she lives here, in Anghiari, very close to the shop. Lorenzo still lives with me, in San Lorenzo, a small suburb of Anghiari, 2 and half km away, in the countryside. I don’t know how long he’ll stay at home because he is engaged and, sooner or later, he will also decide to have his own life, rightly.

Our other son, Roberto, went to Australia in 2012, for a year. He went there because he’d always had the desire to see the world. It wasn’t because he didn’t have a job, because he did have a job, a permanent job. He worked nearby, in a factory, Sensus, where they produce (hair) dye. And, because he speaks different languages, they employed him to send parcels abroad. But he had this desire to travel the world, to see everything, from a museum to archaeology, everything, so the first stop was Australia.

Before leaving for Australia, he already had a job, in Perth, then in Albany. He worked in hostels, in farms, in the forest – he moved around to see different places and he liked it a lot, and he was well paid…. He came back after a year, and then he went back to Australia after a year because, he said, ‘I have left my heart there’. Here, he has his heart for us, the family, there he has his heart for the land, the people – he has told us that you are very sincere people, smiling, friendly … he liked it there, very, very much.

He met his future wife, a Thai girl, there, and I was happier because I knew he had company, he wasn’t alone anymore… Now they are in New Zealand. He couldn’t be any farther away, in the antipodes. I feel… on the one hand, I am happy because I know that he is happy, on the other hand, I miss him. But I see him all the time, with the cell phone nowadays … every day, we can send messages, photos, news about this and that… He knows that I will never come to visit ‘I am sorry, but I can’t come to visit you because I don’t go on planes, I get panic attacks.’ He and his wife were here together in Italy for 3 months. When they left, they stayed a while in Thailand, then they went to Australia and then to New Zealand, where they’ll stay for a year. And then they will come back, at least for a visit … I don’t know!

There’s something I’d like to add about the sense of family, community here. In Anghiari we have formed a Caritas, for people in need. It means that there are 4-5 volunteers who take care of finding food, clothing, sometimes even paying for the utilities, for people who can’t make ends meet. It is the church that has made a space available, and the priests themselves organize the reception centre to give humanitarian help to people in need. Mostly for people who find it difficult providing food. Italians and non-Italians, everybody, there isn’t any racism, no. It is a place open to everybody, and there are many migrants here.

Yes, yes, religion is very important here in Anghiari… . The church is always full on Sundays. Many kids are brought to church, so it becomes part of their lives, and this contributes to creating, maintaining, a close family. And, at Christmas, Easter, we always have lunch together, all generations get together, everybody. Some might have relatives in Rome, so either they go there or relatives come here from Rome … these are the occasions for all generations to get together.

Ann and Mirella

 

 

 

 

 

 

 

 

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