For the past couple of years, I have been conducting interviews with people who live in Anghiari. Some are conducted in Italian, some in English, and they are all published in both languages on this blog. While in Anghiari in spring this year, I continued this project.
Appartenenza ad Anghiari – Fabio Cecconi
Fabio ha 38 anni ed è sempre vissuto ad Anghiari dove lavora nella segreteria della Libera Università dell’Autobiografia, la LUA, fondata nel 1998 da Saverio Tutino e Duccio Demetrio. Ho intervistato Fabio nel suo ufficio che si trova in piazza del Popolo nella parte medievale della città. L’intervista si è svolta in italiano ed è poi stata trascritta e tradotta in inglese da Mirella Alessio. Questa è una versione editata.
Io sono nato qua ad Anghiari, vivo qua da sempre, a parte i viaggi all’estero, però alla fine sono sempre tornato. Ho avuto un’infanzia felice, bellissimi amici, bellissimi ricordi, piena di attività vere, nascondino, rincorse, giocare a pallone, non avevamo il cellulare, FB, WhatsApp, eravamo felici, anzi forse più di adesso, perché senza questa tecnologica avevamo l’obbligo di vedersi, se volevi parlare con una persona dovevi vederla.
I miei genitori vivono ancora, lavoravano in un’azienda calzaturiera qui ad Anghiari che adesso non c’è più, Soldini, poi nel 1994 bruciò, di notte, completamente. Vivo con loro e un cugino, zio, zia, abitiamo tutti insieme, nello stesso palazzo, abbiamo un’aia grande, una casa collegata, in più piani. Io sono sempre stato lì, ricordi… ogni volta che sono a casa… di questo cortile, quest’aia, dove giocavamo a pallone tutto il giorno. I miei nonni erano un po’ incavolati perché c’erano i fiori, quindi con il pallone… però eravamo molto bravi, se la palla la dovevamo mettere lì, la mettevamo lì. Ho una sorella più giovane, avvocato, che abita ad Arezzo.
Io ho tentato l’università ad Arezzo, poi ho smesso perché non mi piaceva, ero anche bravo, prendevo 30 agli esami. Facevo storia antica, io ho passione per la storia, ma non era nei miei sentimenti l’università, si parla del 2002. Forse ero troppo giovane sono maturato un po’ più tardi, mi prendeva l’ansia… Ogni tanto ci ripenso di riscrivermi e frequentarla da lavoratore. La passione dentro è rimasta, mi piace leggere, mi piace studiare da me, mi piace l’antropologia, la storia… ci sono dei periodi storici che mi piacciono tanto, il Medioevo, l’antico Egitto…
Faccio parte della Libera Università che è un’associazione, dove si raccontano, si raccolgono storie. Anghiari è una comunità dove la gente piace raccontare. Noi toscani siamo un po’ narratori, quando vai in osteria, quando vai al ristorante, hanno voglia di raccontarti la loro vita, cioè per noi è normale, un po’ come Dante, il Boccaccio, Dante scriveva dell’amore verso Beatrice… Così noi abbiamo una passione per il racconto, per raccontarsi.
C’è anche una Compagnia dei Ricomposti che ormai ha 40 anni, nel tempo vari personaggi sono cambiati, chi purtroppo è deceduto, chi è entrato. Si cantano gli stornelli toscani, sono vicende, canzoni che erano popolari nelle osterie inizio ’900, perché la nostra zona, aveva una comunità di agricoltori, le campagne erano popolatissime, adesso invece vengono abbandonate per la maggior parte. C’era questa voglia di ritrovarsi in queste osterie, con un bicchier di vino, e un altro bicchiere di vino, si cantavano canzoni in ottava rima, anche prendendo un po’ in giro l’amico no? lui magari era innamorato di una ragazza e lei invece non gli interessava lui. Da lì nascevano queste cose, queste ottave rime, la parola, magari non si scriveva, si tramandava oralmente. Le storie…, nelle piazze, soprattutto quando c’era il mercato ad Anghiari, sempre di mercoledì. Adesso tutti narrano le storie attraverso il digitale, una volta era attraverso la piazza, attraverso il sociale vero.
Cambiamento, quello che era Anghiari è in tutta Italia. Il lavoro, purtroppo non è tantissimo, le aziende che erano qua prima non ci sono più, devi andare necessariamente fuori a lavorare. La spesa si fa in questi centri commerciali, dove magari trovi la roba a meno, però i negozi del centro storico smettono. Nel centro storico non ci vuol stare più nessuno perché è scomodo, non c’è parcheggio, le case son fatte con tre stanze in tre piani diversi.
È brutto vedere le case vuote. Magari alcune le hanno acquistate gli stranieri, ma non fanno numero, vengono qua per 2, 3 mesi all’anno. Da anghiarese, la situazione non è bella perché si perde la nostra comunità nel centro storico, perché nei paesi antichi come il nostro, importante erano le persone che abitavano nel centro storico, che vedevi tutte queste donne che spazzavano, mettevano a posto, andavano a far la spesa con le buste, si mettevano a parlare. Adesso…
Perché alla fine le nostre origini sono importanti, perché tu ti puoi allontanare, ma poi ritorni, come se fosse una calamita. Anghiari, la Toscana… si sta bene, uno vive in un posto, ha i ricordi degli amici, dell’infanzia, dei primi amori, ha i genitori, i nonni, la sorella, il fratello che abita qua, quindi torna sempre volentieri, questo è importante. Magari il Comune dovrebbe dare una mano a qualche giovane che vuole venire qua ad Anghiari ad aprire un percorso nel centro storico, enogastronomico, di artigianato e aiutare a aprire più botteghe permanenti nel centro storico.
Sviluppare quel tipo di turismo veramente aiuterebbe Anghiari. Il nostro Comune, insieme agli altri della val Tiberina, una valle antica, romani, etruschi, molto importante per la nostra storia, le nostre radici, dovrebbero unirsi e fare un pacchetto globale di tutti i paesi, Anghiari, Sansepolcro, Monterchi, Caprese Michelangelo, con un percorso turistico enogastronomico, storico e folkloristico. Io credo molto che il turista, soprattutto quello americano, inglese, sia interessato alla Toscana, alle sue tradizioni, a come si fa la pasta fatta in casa, il vino schiacciando l’uva con i piedi scalzi come una volta, la vendemmia, come si fanno i dolci tradizionali nostri. Perché è l’esperienza che poi segna il ricordo: “Sono andato ad Anghiari, mi hanno fatto fare anche i bringoli, la pasta fatta in casa.” “Sono andata a fare un pezzo di legno, a lavorarlo insieme a un falegname, Mastro Santi.” Secondo me, più che vedere il museo, quello che conta è toccare con mano la Toscana vera.
Anghiari è un paese ricco di tradizioni, c’è una vivace vita culturale, teatro, musica, il palio della Vittoria, le parrocchie… È importante far parte delle associazioni, primo perché dai una mano al paese che ne ha sempre più bisogno, secondo perché tu hai il modo di rapportarti con persone più grandi, più piccole… allora c’è queste relazioni intergenerazionali dove siamo tutti insieme, perché ci piace fare qualcosa per Anghiari.
Ci sono molte cose speciali ad Anghiari, a parte la bellezza che la possono vedere tutti, le mura, il paese medievale che domina la val Tiberina. Però le persone, uno dovrebbe avere modo di conoscere gli anghiaresi perché tutti si danno da fare per renderlo ancora migliore, ancora più nostro, come una casa nostra, ma aperta a tutti quelli che ci vengono…
La LUA è un’associazione, come altre, che cerca di accogliere tutti. Perché è stata fondata qui? Beh, nel 1984 Saverio Tutino aveva fondato l’Archivio Diaristico a Pieve di Santo Stefano. Così c’era già una raccolta di storie di vite il che ha fatto pensare che forse c’era l’esigenza di fondare una scuola dedicata alla scrittura autobiografica e… Molti vanno all’archivio per fare ricerca, qui noi insegniamo la scrittura, l’aspetto pratico…
Anghiari è una città che si presta alla scrittura autobiografica… con la sua calma, tranquillità, come se queste mura contenessero tutte le storie dentro che vogliamo comunicare. Le mura sono un senso di protezione, all’interno ci sono tante storie che però vogliamo aprire al mondo. È come un nido, però allo stesso tempo che dà vita, la gente si siede ai tavolini e confida le loro storie e scoprono cose che non sapevano di avere dentro di sé. E quando queste storie si intersecano, è una bella sensazione… raccontare la tua storia è un dono.
Io ho cominciato a lavorare qui nel 2005, iniziai a fare il fonico, adesso faccio parte della segreteria, insieme a Renato, organizziamo i corsi, prepariamo le aule, seguiamo i docenti. È un corso triennale, ci sono 60 persone, divise in tre lauree. La gente viene da tutta Italia, ma ultimamente c’è stato un incremento di iscrizioni di ragazzi e ragazze anghiaresi, ma genere le età vanno dai 20 ai 75- 80 anni. Gran parte del nostro lavoro è occuparsi degli studenti, perché succede di tutto, loro non sono a casa propria, ma sono a casa nostra che è anche casa loro… devono essere seguiti.
Anghiari è una città per tutti, per tutte quelle persone che hanno voglia di conoscere la Toscana attraverso la storia di noi anghiaresi. L’animo di noi anghiaresi vive tantissimo, in ogni angolo, in ogni strada, in ogni porta, in ogni persona.
Belonging in Anghiari – Fabio Cecconi
Fabio is 38 years old and has always lived in Anghiari. He works in the secretariat of the Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari (LUA), which was founded in 1998 by Saverio Tutino and Duccio Demetrio. I interviewed Fabio in the LUA which is located in the piazza del Popolo in the medieval part of town. The interview was conducted in Italian, and transcribed and translated into English by Mirella Alessio. This is an edited version.
I was born here in Anghiari, I have always lived here, I have travelled abroad, but I have always come back in the end. I had a very happy childhood, wonderful friends, wonderful memories. It was a childhood full of real activities, playing hide-and-seek, running around, playing soccer; we didn’t have a cell phone, FB, WhatsApp, we were happy, perhaps even happier than today’s kids, because without the technology we had to see each other – to talk to a person you had to meet them.
My parents are still alive. They worked at Soldini, a shoe factory here in Anghiari – it doesn’t exist anymore, it burned down completely, one night in 1994. I live with them, and a cousin, uncle, auntie – we all live together in the same building, we share a big courtyard, the house has a number of floors. I have always lived there, every time I am at home …. I have many memories of this courtyard where we played soccer the whole day long. My grandparents were a bit annoyed because they had flowers and with the ball…but we were good at kicking the ball in the right place. I have a younger sister; she is a lawyer and lives in Arezzo.
I tried university, in Arezzo, but I gave it up because I didn’t like it, even though I got good marks. I had a passion for ancient history which I was studying, but, at the time, uni wasn’t for me – that was in 2002. I think I was too young, I matured a bit later, I was gripped by anxiety…. From time to time, I think about enrolling again and studying while I work. I still have the passion, I like to read, to study by myself, I like anthropology, history… there are historical periods I really like, the Middle Ages, ancient Egypt…
And I have an interest in storytelling, I belong to the LUA, which is an association where stories are told and collected. In Anghiari there is a community of people who like to narrate stories. Tuscans are storytellers: when you go to an osteria, to a restaurant, people want to tell the story of their life, for us it is normal. A bit like Dante, Boccaccio, Dante describing his love for Beatrice…. So, we have a passion for tales.
Here, in Anghiari, we also have the Compagnia dei Ricomposti, which is 40 years old. In the period that I have belonged to it, some members have died, unfortunately, but new people have joined in. We sing Tuscan stornelli, songs that became popular in the early 20th century, that were sung in osterie. In our region, there was a community of farmers – the countryside was densely inhabited, now for the most part it is abandoned – and then there was this desire to meet up, in these taverns, and after one or two glasses of wine, sing these songs, perhaps mocking a friend who was in love with a girl, who was interested in someone else. The stornelli tell this kind of story, in rhymes, handed down orally. It happened mainly in the squares, on market days people gathered, in Anghiari always on Wednesdays…. Now everybody tells stories digitally, once it happened through the real social media, the piazza, the square.
The changes we see in Anghiari are the ones that are happening all over Italy. There isn’t much work around here anymore, factories have closed down, so people have to go away to work…. Shopping is done in shopping centres, where perhaps you can find cheap stuff, so shops in the city centre have closed down. Nobody wants to live in the centre, because it is inconvenient – there isn’t any parking, some houses have 3 rooms on three levels.
It is not good to see empty houses. Some have been bought by foreigners, but that doesn’t really count – they come here 2-3 months a year. As an anghiarese, it is not a nice situation, because we are losing our community in the historical centre. In old towns like ours, the people who lived in the historical centres were important, you could see all these women sweeping, tiding up, going shopping with their bags, talking. Now…
In the end, our origins are important: you might leave, but then you come back, like a magnet. Anghiari, like the whole of Tuscany… it is a good life here, where one has memories, childhood friends, the first love, parents, grandparents, a sister, a brother, who live here, so people are always happy to come back, this is important. To help those young people who want to live in Anghiari, perhaps the municipality could support tours with a focus on food and wine and arts and crafts, and help open more permanent shops in the historical centre.
Developing that kind of tourism would really help Anghiari. All the municipalities of our Valle Tiberina (an ancient valley, going back to Etruscan and Roman times, very important for our history, for our roots) should join together and offer a comprehensive tour of all the towns, Anghiari, Sansepolcro, Monterchi, Caprese Michelangelo, tours based on food and wine, history and folklore. I believe that tourists, especially the English, Americans, are interested in Tuscan traditions – how pasta is made at home, how to make wine by pressing the grapes with bare feet like in the old times, how wine harvesting is done, the traditional cakes. Because it is through experiencing things that you remember them: ‘I went to Anghiari, they taught me how to make bringoli, a local pasta’; ‘I worked a piece of wood with a master woodworker’. In my opinion, what makes the difference for a tourist is a hands-on experience of the real Tuscany, not just visiting museums.
Anghiari is a town rich in traditions, and there’s a lively cultural life, with theatre, music, the Palio della Vittoria, the parishes…. It is important to belong to community associations, first because you give a hand to the town, which is more and more needed, and second because you have the chance to have a true relationship with people older and younger than yourself … so there are these intergenerational relationships where we are all together because we want to do something for Anghiari.
There are many special things in Anghiari, beauty aside – everybody can see the physical beauty of the place, the city walls, a medieval town, dominating the Tiber Valley. But one of the special things is the people, and having the opportunity to meet them, because they are all busy making Anghiari even better, more ‘ours’, but, at the same time, open to everybody who comes here …
The LUA is an association, like others, that tries to welcome everybody. Why was it founded here? Well, in 1984, Saverio Tutino founded the Archivio diaristico in Pieve di Santo Stefano. So, there was already a collection of life stories, which suggested that there was perhaps a need to found a school dedicated to autobiographical writing and …. Many people go to the archive to do research; here we teach writing, the practical side of it…
Anghiari is a town well suited to autobiography …with its peace, tranquillity, and these walls that seem to contain all the stories that want to be told. The walls give a sense of protection, which allows us to share stories, feel protected and, at the same time, open to the world. It’s like a nest, giving life – people sit at a table and trust in others with their stories, and discover things they didn’t know they had within them. And when stories crisscross each other, it is a wonderful feeling … sharing your story is a gift.
I started working here in 2005; I was a sound engineer, and now, together with Renato, I am part of the administrative office – we organize courses, set up classrooms, help teachers. It is a 3 year course, and there are 60 students across the 3 years at the moment. People come from all over Italy, but recently we have had an increase in enrolments of young people from Anghiari; ages range from 20 to 75, 80. A big part of our job is taking care of people. Lots of things happen, they are not at home, but they are in our home that is also theirs … we must take care of them.
Anghiari is a town for all, for all who want to learn about Tuscany through the history of us anghiaresi. … The soul of the community is very much alive, at any corner, in any street, inside any door, in everybody.
Ann and Mirella