Belonging in Anghiari – Rodolfo Savini

Appartenenza ad Anghiari – Rodolfo Savini

Rodolfo insegna yoga e meditazione ad Anghiari. Quest’anno, durante il mio soggiorno, ho frequentato le sue lezioni e l’ho intervistato nei locali dove esse si svolgono e che si affacciano sulla piazza principale. L’intervista si è svolta in italiano, è stata trascritta e tradotta in inglese da Mirella Alessio. Questa è la versione editata.

Sono nato a Reggio Emilia, ma è un posto che non mi appartiene, un posto in cui sono stato solo sette mesi. Mio padre aveva cambiato lavoro e, di promozione in promozione, ci siamo infine stabiliti a Torino. Qui però mio padre morì quando io avevo 17 anni e mia sorella tre anni in meno. Mia madre, che era di Roma, decise di trasferirci là perché avrebbe trovato il supporto di parenti e amici.

Purtroppo, cambiando più scuole persi quelle amicizie che si hanno usualmente fin da piccoli…. in un paese come Anghiari ci si conosce da quando si va alla materna. Ho finito le medie a Milano, a Torino ho fatto le superiori, il liceo, al quarto anno mi sono iscritto a Roma dove ho finito le superiori e l’Università, ho studiato alla Sapienza, Economia e Commercio. Mi interessava soprattutto l’economia perché ci vedevo la chiave del benessere delle persone, la ricerca di un ‘valore’. Poi avvennero alcuni fatti che mi indussero a riflettere più profondamente sui limiti delle dottrine economiche. Così sono passato a Storia religiosa moderna concentrandomi sullo studio delle religioni orientali e dello yoga.

A trent’anni in un centro vacanze naturalistico ho conosciuto mia moglie. Nauseati dall’inquinamento di Roma, e soprattutto dopo la nascita di nostro figlio, decidemmo di trasferirci nel verde, in campagna. Con mia moglie, anghiarese da anni, pensammo che Anghiari fosse un buon posto per far crescere un bambino.

Nel 2004 mi fu diagnosticato un tumore. All’inizio ho avuto paura di non poter sistemare i molti interessi in sospeso. La malattia mi spaventò per molto tempo, poi il mio atteggiamento cambiò. Invece di pensare alla mia malattia cominciai a condividere con le persone che vivevano nella mia stessa condizione. Aiutare gli altri malati cambiò il mio modo di sentire le cose… la dimensione spirituale diventò centrale.

Insegnavo alle scuole superiori ma andai in pensione anticipata. Provai a insegnare yoga all’Ospedale di Arezzo, ma vi furono delle difficoltà. Ora insegno yoga e meditazione qui ad Anghiari. A Pieve a Socana frequento un tempio buddista, un luogo dove si può stare in pace, guardare a te stesso, la malattia mi aveva aiutato molto verso l’interiorizzazione per vivere più serenamente la vita di tutti i giorni. Si aprì una sezione distaccata di questo tempio ad Anghiari.

La scelta di Anghiari è stata veramente propizia. È bello, c’è questa spettacolare vallata, la casa è antica, ha degli affreschi. Qui vivo, sperimento la storia che vive nel ricordo delle persone di Anghiari. Qui ognuno è chiamato con un soprannome, in qualche modo portano con sé una storia che il paese gli ha riconosciuto, c’è un’armonia di mille volti. Apprezzo, mi nutro di questo paese, il paesaggio e le persone contribuiscono a renderlo vitale. C’è una ricchissima vita culturale che apprezzo veramente, perché sa rendere viva la cittadina e la sua storia.

Il centro storico risente delle nuove esigenze degli abitanti di Anghiari, abitare in paese è scomodo, non è fatto per le macchine, devi portar su a piedi la spesa …. Sono principalmente gli stranieri che apprezzano appieno gli eventi che lo mantengono vivo: teatro, manifestazioni e concerti spettacolari soprattutto d’estate, anche nei conventi qua vicino. Quando vedo turisti stranieri cerco di accoglierli per farli sentire a casa, in qualche modo li sento come se fossero anche loro anghiaresi. Fanno foto a cose che io vedo cento volte, mi ha aiutato molto a sorridere ad Anghiari, me la fanno riscoprire.

Anghiari mi ha dato qualcosa che non avevo nella mia vita precedente, quella spaziosità, quella vastità … è questo il suo fascino per me, quello che mi ha attratto. Anghiari è proprio in un valico e se uno guarda da una parte, verso Arezzo, son tutti boschi, boschi e cinghiali, colline, dall’altra parte, verso Sansepolcro, Città di Castello, la vita abituale di tutti i giorni. Lo trovo affascinante e rafforza il mio rapporto con le persone di qui e il radicamento in questa città da cui sono stato adottato. Quando guardo la natura fuori dalle mura, veramente mi sento proprio in sintonia, in comunione con chi vi abita e che vive la stessa esperienza tutti i giorni.

Qui c’è sempre spazio anche quando sei tra le mura, lo spazio ce l’hai guardando fuori verso la vallata. È una spaziosità diversa, di rado si percepisce nelle grandi città, a Milano o a Roma. Sono qua da quasi trent’anni e quando vado a Roma mi sento come se mancasse una dimensione, quella della spaziosità, quella del cielo. Quando dal di dentro guardo ad Anghiari vedo la storia, è una città tra le mura, medievale, esprime una sua personalità. C’è un senso profondo della storia e poi al di là c’è uno spazio che vuole essere esplorato.

Cammino molto, non ho la macchina, camminare è un modo intenso di vivere la vita, ho bisogno di camminare, ma non è compulsivo, è un dialogo con la bellezza. Arrivi in chiese… le chiese hanno un fascino particolare, hanno una storia condensata in loro stesse. Molti sentieri sono trascurati anche se trafficati dai viandanti, dai pellegrini. Ma chi vuole si crea un varco con un bastone fra i rovi, sei immerso nella natura e questo mi dà un senso particolare, primordiale, di bellezza.

Tante altre sensazioni sono nascoste negli angoletti di Anghiari, io mi ci soffermo perché avendo la passione per lo yoga quando posso mi fermo e li faccio diventare posti di meditazione. Ma anche in un’affollata giornata di mercato abbiamo fatto yoga sulla sedia, qui in piazza, c’è il rumore, ma c’è anche la pace. Non è che noi dobbiamo sempre cercare la montagna, il bosco sperduto, si può trovare facilmente la pace sotto gli ulivi, stai lì, ci passi le ore.

Le mura, quando mi siedo e guardo il paesaggio sento che sono su una struttura antica, salda. Forse la mia mente va di qua e di là, ma in certi momenti sento le mie radici e guardando la vallata guardo l’infinito. E questa per me è proprio la bellezza di Anghiari.

Belonging in Anghiari – Rodolfo Savini

Rodolfo teaches yoga and meditation in Anghiari. While I was there this year, I attended his yoga classes, and I interviewed him in the room where they are held, overlooking the main piazza. The interview was conducted in Italian, and transcribed and translated into English by Mirella Alessio. This is an edited version.

I was born in Reggio Emilia, but I have no sense of belonging to that place as I was there for only for 7 months. My father changed jobs and, promotion after promotion, we finally moved to Turin. He died there at the age of 51 – I was 17, my sister was 3 years younger. My mother was from Rome where her parents and family still lived, and so we moved back there.

Unfortunately, going to many different schools, I lost touch with my friends – here in Anghiari people know each other from kindergarten. I went to primary school in Milan, high school in Turin, and to university in Rome – I studied Economics and Commerce at La Sapienza. I was interested in economics as I saw it as the key to well-being, the search for values. Then certain events made me reflect deeper and I realized that it was a fraud. So, I switched to Modern Religious History, focussing on oriental philosophies and yoga.

I met my wife at a wholistic resort when I was 30. We were nauseated by the pollution in Rome, so we decided to live in the countryside, especially when our son was born. Then we decided to move to Anghiari – my wife had lived there for years, and we thought it would be a good place to raise a child.

In 2004, I was diagnosed with a tumour. I was scared at first, worried that I would die before I could arrange many of my affairs. For a long time I was fearful, then my attitude changed. Rather than thinking about my illness, I started to share with people in the same predicament. Helping others changed the way I perceived things… the spiritual dimension became central.

I retired from the teaching job I had in a high school. I tried teaching yoga in hospitals to help patients, and relatives, but I encountered difficulties there. Now, I teach yoga and meditation here in Anghiari. I attend a Buddhist temple in Pieve a Socana. It is a place where you can be in peace, look at yourself – my illness helped me with that interiorization, helped me live daily life more serenely. Now there is a branch here in Anghiari.

This village was really an auspicious choice. It is beautiful, there is this spectacular valley, our house is old, with frescos. Here I live history, I experience it. I see history in people – it lives in the memory of the anghiaresi. They have nicknames for each other which carry a part of the village history … there is a harmony of thousands of faces. I am nourished by this place, by its landscape and people. There is also an intense cultural life here, which I really appreciate because it makes the city and its history lively.

It is not easy living in the historical centre – the village is not made for cars, people have to carry the shopping on foot…. The foreigners who now live in houses that had become vacant are those who most enjoy the events that keep the village alive – the theatre, the music, mainly in summer in the convents around here. When I see foreign tourists, I try to welcome them and make them feel at home, I perceive them as if they too were anghiaresi. They take photos of things I have seen a hundred times – they help me to smile at Anghiari, help me rediscover this place.

Anghiari has given me something that I’d not previously had in my life – the spaciousness, the vastness… that’s her charm, what attracted me. The town sits on a crossing, on a ridge: on one side, towards Arezzo, woods, woods and wild boar, hills, on the other side Sansepolcro, Città di Castello, daily life. I find this fascinating, and it strengthens my relationship with the people here, in the place that has adopted me. When I look to the landscape over the walls, I truly feel in-tune, in communion with the inhabitants … we are living the same experience every day.

Even when you are inside the city walls, there is a sense of space. You can find it looking out, towards the valley. It is a spaciousness one rarely perceives in big cities, in Milan, Rome – I have been here for 30 years now and when I go back to Rome I feel a lack of that spaciousness, the sky. When I look at Anghiari from inside, I see history – it is a medieval town inside the walls and has a special historical personality all of its own. There is a sense of deep history. And then there is that space beyond, wanting to be explored.

I do a lot of walking – I don’t have a car. Walking is an intense way to live life. I need to walk, but it is not compulsive, it is a dialogue with beauty. I particularly like arriving at churches – they have a special enchantment, history condensed. Many paths are not well maintained, even though there are many travellers, pilgrims. If the path is abandoned and I have to cut a way through thorny bushes with a stick, I am immersed in nature, and that gives me a special primordial feeling of beauty.

Many other sensations are hidden in the small angles, nooks in the town. I have a passion for yoga so, when I can, I transform these into places for meditation. But even on a busy market day, we have done chair yoga in the main piazza and have found tranquillity – there is noise, but also peace. We don’t always have to search for a mountain, a remote forest to find peace, we can easily find it under an olive tree and sit there for hours.

Sitting on the walls and looking to the landscape, I feel that I am on a solid ancient structure. Perhaps my mind is floating, but, in some moments, I can perceive my roots, and, looking to the valley, I look into infinity. This, for me, is the real beauty of Anghiari.

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